I lavori degli appartamenti reali terminarono con molto ritardo a causa delle ristrettezze economiche in cui versava il regno; infatti il grande sogno concepito da Carlo di Borbone per Caserta ebbe un primo duro colpo dall’abdicazione del re a favore del figlio Ferdinando I, il quale mirò a far terminare con minor spesa i lavori del palazzo e del parco.

La morte di Luigi Vanvitelli e alle fortunose vicende del regno, che vide succedersi Giuseppe Bonaparte, Gioacchino Murat e di nuovo Ferdinando I, contribuirono ad ulteriori rallentamenti soprattutto degli appartamenti.

Nel 1780 la decorazione dell’appartamento posto sul lato di levante della facciata, destinato inizialmente ai principi reali, era quasi terminato e Ferdinando I lo volle utilizzare come sua abitazione durante i suoi soggiorni a Caserta, nonostante nelle anticamere si continuasse a lavorare.

Cosa sarebbe dovuto essere ad opera compiuta gli interni del palazzo lo fa comprendere proprio questo appartamento, che insieme alla parte che venne apprestata più tardi, occupa circa la metà del piano nobile.

La serie delle vaste anticamere comincia con quella degli Alabardieri per proseguire con quella delle Guardie del Corpo, molto più ricca di stucchi della precedente, per terminare con l’anticamera dedicata ad Alessandro il Grande che subì nel tempo diverse modifche; infatti dopo aver dato seguito alla prima idea di Luigi Vanvitelli, e successivamente alla fuga di Ferdinando I in Sicilia, fu sotto il regno di Murat che proseguirono i lavori; infatti egli fece eseguire sei bassorilievi in stucco rappresentanti episodi della sua vita.

Successivamente quando Ferdinando I si riprese il regno, fece immediatamente rimuovere tutto ciò che riconduceva ai predecessori, fatta eccezione per alcuni mobili che Giuseppe Bonaparte aveva portato da Parigi, dove furono coperti tutti i monogrammi di Bonaparte cucendo su di essi il monogramma di Ferdinando, conservando così buona parte degli arredi.

Le sale sono quasi tutte in stile Luigi XVI mentre le pitture sulle volte furono sensibilmente influenzate dall’arte locale, che sin dal XV secolo seguiva con molta lentezza le nuove tendenze europee.

Ne venne fuori un contrasto, a dir poco piacevole, sicuramente unico in tutta Europa.