Il giardino inglese della reggia fu voluto da Maria Carolina d’Austria, moglie di Ferdinando IV Re di Napoli dal 1759 al 1816; la giovane coppia amava molto Caserta dove spesso trascorreva intere settimane organizzando feste, giochi e cavalcate alle quali partecipavano la nobiltà napoletana.

Dal momento che in Europa prendeva il largo la moda del giardino di paesaggio creato pochi decenni prima in Inghilterra da William Kent, la Regina volle che se ne realizzasse uno all’interno del parco della reggia.

Il giardino di paesaggio, chiamato anche inglese, rispondeva ad un concetto affatto opposto a quello del giardino italiano o del parco alla francese.

Quindi all’ordine, all’armonia, alla geometrizzazione del disegno, alle piante stilizzate, si volle sostituire un apparente libertà della natura, una “confusione apparente” dietro la quale si scorgeva l’artificio.

Non più alberi perfettamente allineati e raggruppati, ma spazio alle essenze esotiche e rare, visto il terreno che permetteva la coltivazione di piante di climi diversi, ad uno stagno di ninfee.

Inizialmente fu incaricato il francese Martino Biancour di formare un giardino  presso il palazzo vecchio dei Gaetani (i proprietari del terreno sul quale sorse la reggia) provvisoria dimora dei reali durante la costruzione della reggia, e successivamente incaricato della costruzione del parco.

Ma presto la sua maestria si scontrò con quella che era l’idea di Carlo Vanvitelli, figlio di Luigi Vanvitelli, che già collaborava con il padre nella realizzazione della reggia, e fu chiamato dall’Inghilterra uno dei più noti giardinieri, Giovanni Andrea Graefer, che era anche un esperto botanico.

I lavori cominciarono nel 1782 e dopo un periodo di attività molto intenso, dove fu tracciato il piano, si costruirono le serre, il laghetto, il criptoportico, l’impianto d’irrigazione, si fecero arrivare piante preziose dall’Inghilterra, America, Olanda, i lavori rallentarono bruscamente.

Si dovette attendere il 1826 infatti per innalzare la cappellaccia gotica e si aggiungeva al giardino l’aperia dove Luigi Vanvitelli aveva ideato di edificare un enorme serbatoio simile alla Piscina Mirabilis;

Solo nel 1830 si costruirono le finte rovine di un tempio sull’isoletta del lago.