L'Acquedotto Carolino, sebbene richiami lo stile architettonico con i quali i Romani apportavano l'acqua dalle sorgenti alle città, è in realtà un opera dei Borboni, più precisamente di Re Carlo di Borbone, da cui il nome Carolino, creata sia per le esigenze idriche della Reggia di Caserta e della città che sarebbe nata intorno ad essa.

Fin dal primo momento, il disegno del parco della reggia fu sempre pensato con il presupposto della presenza e l'utilizzazione di una copiosa sorgente d'acqua.

Inizialmente Vanvitelli pensò di intercettare il condotto dell'acqua Giulia, che secondo le informazioni dell'epoca, finiva alla vicina Capua dopo aver attraversato il territorio casertano; non fu così però. Infatti dopo lunghe ricerche si pensò di provvedere al fabbisogno idrico costruendo un nuovo acquedotto, attingendo dalle sorgenti del Fizzo presso il Taburno, alle quali potevano essere collegate ulteriori vicine sergenti.

Tra mille difficoltà, create sia dalla enorme distanza da Caserta (circa quaranta chilometri), sia dalle impervie condizioni territoriali (l'acquedotto passa attraverso sei monti e tre vallate), Vanvitelli non esitò a realizzare questa grandiosa, che da sola basterenne a consacrare tutto il suo ingegno, opera che cominciò nel 1752 e terminò dopo circa dodici anni.

Il condotto parte dalle falde del Taburno, scorre sopra un terreno paludoso che dovette essere compresso con dei pali, passa sul fiume Faenza con un ponte a tre arcate, attraversa la collina di Prato e il monte Ciesco con gallerie di due chilometri ciascuna, attraversa il monte Croce con una galleria di quattrocento metri, valica la valle di Durazzano con un ponte di quattro archi, fora altri tre monti, Longano, Garzano e di Caserta Vecchia, con gallerie di misura variabile (quella di Garzano fu la più difficile da realizzare in quanto scavata in una roccia durissima). 

Era maggio del 1764 quando egli annunciò che gli archi dei Ponti della Valle erano terminati.
Tuttavia dovettero passare ancora quattro anni per vedere l'acqua della sorgente del Taburno fluire dalla pendice del monte di Briano verso il parco della reggia.

Nel 2016 è stata inaugurata una suggestiva illuminazione del tratto di acquedotto visibile proprio a Valle di Maddaloni; all'evento hanno partecipato tutte le autorità comunali e regionali.